Buongiorno, grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GLMSummit24. Cosa vi aspettate da questo evento e con che spirito vi apprestate a parteciparvi?
Buongiorno, per noi l’edizione #GLMSummit2024 sarà la quarta partecipazione. Di seguito le nostre aspettative: vorremo incontrare almeno 15 decision maker (o influenzatori) aziendali in grado di valutare le nostre competenze e le nostre applicazioni MES/IoT per poter sviluppare insieme dei progetti Industry 5.0. Acquisire almeno 2 nuovi clienti nel giro di 8 mesi sarebbe un risultato soddisfacente.
Se avete già preso parte ad altre edizioni del Global Summit, cosa avete apprezzato delle precedenti partecipazioni?
L’organizzazione del Global Summit è sempre impeccabile, la struttura ricettiva è accogliente e adatta ad un evento di questa portata. Tutte le persone coinvolte nell’evento sono seguite in modo professionale e costante dai numerosi “consierge” dello staff che esaltano l’esperienza di ogni partecipante.
Il modello, ormai collaudato, è molto valido per i partecipanti che vogliono informarsi sull’offerta di soluzioni Manufacturing e Logistics per il mercato italiano, l’alternarsi di incontri one2one e partecipazione agli speech offre un panorama più che valido perché vuole valutare l’adozione di sistemi innovativi per la propria azienda.
Qual è, a vostro parere, il più importante trend di settore che caratterizzerà i prossimi anni e che le aziende non possono ignorare? Quali le vostre proposte o soluzioni in merito?
Il controllo dei processi e l’analisi dei dati per la governance delle operations è un trend spinto dal piano Impresa 4.0 e ora nuovamente promosso dal prossimo piano Industria 5.0.
Le aziende hanno ormai familiarizzato con l’approccio “data driven” ma c’è ancora molto da fare sia riguardo la cultura organizzativa che nella user adoption di strumenti moderni e connessi con il sistema fabbrica.
La nostra esperienza ci insegna che anche quando l’azienda decide di investire in sistemi di monitoraggio non sempre il progetto ha una ricaduta positiva sul business, la responsabilità primaria di questa situazione è da attribuire alla cultura aziendale che, talvolta, è radicata nel “abbiamo sempre fatto così” oppure nel “sono i nostri clienti a dettare le regole”.
I nostri clienti usano Bravo Manufacturing per raccogliere dati sul processo produttivo, controllare le performance e migliorare la qualità.
Grazie alla semplicità d’uso di Bravo le aziende iniziano ad ottenere dati attendibili in massimo 6 mesi dall’istallazione ed a consultare le dashboard di Bravo Insight per valutare e prendere decisioni sulle ottimizzazioni da apportare.
Il famigerato “battito d’ali della farfalla” in grado di provocare grandi cambiamenti su larga scala, trova oggi nelle pieghe della logistica le sue più evidenti manifestazioni. L’effetto frusta si è verificato spesso, in questi anni, e gli esperti ipotizzano che questa tendenza aumenterà: cosa proponete alle aziende che vivono questa incertezza?
Credo che l’upgrade tecnologico dei sistemi informativi per la fabbrica e la logistica sia ormai un nuovo asset con il quale le aziende si devono confrontare.
L’Europa non è seconda agli altri paesi su scala mondiale, la situazione con la quale noi però dobbiamo fare i conti e di una galassia di piccole aziende (sotto i 50 dipendenti) che hanno risorse e cultura inferire rispetto ai nostri cugini dell’est e ovest del mondo.
Credo che questo sia il gap da colmare, la frequente assenza della linea di management in azienda rallenta l’ascesa organizzativa delle nostre aziende.
Quello che succederà non è ancora chiaro ma di certo dovremmo lavorare su cultura, organizzazione e uso delle informazioni.
Non è un caso che la spinta verso la Green Economy si stia sviluppando anche sul piano del bilancio di sostenibilità, c’è bisogno di fornire delle metriche a quello che diversamente resta tentativo confuso di aggiornamento tecnologico a favore dell’impatto ambientale.
I numeri del bilancio ESG livellano la performance aziendale rispetto alla capacità di rispettare l’ambiente nel breve e medio termine.
Queste metriche, se utilizzate anche nell’ambito della finanza d’impresa, potranno segnare veramente un cambio di passo verso il controllo e la sostenibilità.
Automazione e lavoro sono ingredienti di un cocktail che sta diventando sempre più esplosivo: da un lato la paura della perdita di posti di lavoro, dall’altra la sempre maggiore difficoltà a trovare personale qualificato: esiste un punto di equilibrio che le aziende possono individuare e perseguire?
Quando penso all’automazione e al lavoro, mi viene in mente una cosa: innovazione. Non dobbiamo temere il cambiamento, ma abbracciarlo con entusiasmo. Come diceva Steve Jobs, “Le persone non sanno quello che vogliono finché non glielo mostri.” E così, sta a noi leader visionari creare il futuro che vogliamo vedere.
L’automazione non è un nemico del lavoro, ma il suo miglior alleato. Ci libera dalle catene delle mansioni ripetitive e ci permette di concentrarci su ciò che conta davvero: la creatività, l’innovazione e la risoluzione dei problemi. Il vero equilibrio non sta nel scegliere tra automazione e lavoro umano, ma nel combinarli in modo sinergico.
In un mondo in cui la tecnologia avanza a una velocità incredibile, il nostro compito come imprenditori è di ispirare e formare la nostra forza lavoro per affrontare queste nuove sfide. Dobbiamo investire nella formazione e nella riqualificazione, creando un ambiente in cui i dipendenti si sentano parte di una missione più grande.
La chiave è vedere l’automazione non come una minaccia, ma come un’opportunità per riscoprire e reinventare il potenziale umano. Come diceva Jobs, “Siamo qui per lasciare il segno nell’universo.” E quale modo migliore per farlo se non sfruttando la tecnologia per amplificare le capacità umane e costruire un futuro più luminoso?
Non si tratta di trovare un punto di equilibrio, ma di creare un nuovo paradigma in cui l’automazione e il lavoro umano coesistono armoniosamente, ognuno potenziando l’altro. Solo allora potremo davvero realizzare la visione di un mondo in cui l’innovazione e il progresso sono alla portata di tutti.
Se aveste una sola breve frase per convincere un vostro cliente a fare un importante investimento per l’innovazione e la competitività della sua azienda, cosa gli direste e cosa gli proporreste?
Gli direi: “L’investimento in conoscenza e controllo è alla base di ogni processo decisionale efficiente, prendere decisioni che producano efficienza e benessere aziendale è la prima responsabilità di ogni manager/imprenditore”.
In cosa ritenete che la vostra azienda si distingua davvero dalle altre e come comunicate tale differenza a chi ancora non vi conosce?
Oltre 10 anni fa siamo partiti con un’idea molto chiara, rendere semplice ed alla portata di tutti la digitalizzazione dei processi produttivi.
Questa componente continua ad essere la differenza che portiamo sul mercato, i nostri progetti sono rapidi ed efficienti grazie all’ergonomia delle nostre applicazioni.
Chiunque può scaricare Bravo Manufacturing e provarlo sul proprio server o in cloud, perché muovere i primi passi con Bravo è così semplice che non è necessario alcun servizio accessorio.
Perché un visitatore del #GLMSummit24 dovrebbe assolutamente sedersi al vostro tavolo? Cosa siete in grado di proporre in questa delicata fase di transizione?
Credo che un imprenditore o un dirigente di un’impresa industriale sia sempre attratto da soluzioni innovative per migliorare i propri processi produttivi e quindi incrementare la marginalità.
Quello che lo frena sono gli investimenti ed i cambiamenti (e relativi imprevisti e resistenze) che dovrà mettere in campo per raggiungere l’obiettivo.
Antos, con Bravo Manufacturing, ha realizzato una soluzione che in meno di 3 mesi consente di iniziare ad ottenere dati e ridurre gli sprechi.