Intervista a Carlo Bulizza, Responsabile Marketing di SATO Italia

Buongiorno, grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GLMSummit23. Cosa vi aspettate da questo evento?
Risulto scontato se dico: trovare nuovi interlocutori con cui poter instaurare relazioni di business? Ci tengo però a sottolineare che il nostro primo obiettivo è in realtà un confronto aperto con interlocutori validi. Bene che vada scatterà una scintilla, male che vada tutti ce ne andiamo arricchiti di idee e spunti. L’onestà intellettuale e la totale trasparenza sono la nostra strategia, pare una strategia kamikaze (sa l’azienda è giapponese), ma la maggior parte delle volte funziona!

Cosa proponete ai vostri clienti per contenere al massimo i rischi legati alle molte emergenze e criticità di questi anni?
La ringrazio di questa domanda che mi dà modo di ragionare su come anche il tracciamento delle merci, e in particolare l’etichettatura, che è il cardine del tracciamento, possano contribuire alla sostenibilità ambientale. Pensiamo ad esempio alla riduzione degli sprechi alimentari grazie a una gestione automatica della data di scadenza sulle etichette che garantisca la sicurezza del consumatore a prescindere dal canale di vendita, oppure alle etichette dissolvibili in acqua per un agile recupero delle confezioni attraverso la raccolta differenziata.  Altro tema importante è certamente la riduzione dei consumi in senso lato, sia di corrente elettrica che di terre rare: gestire l’intero processo di etichettatura direttamente dalla stampante e non attraverso una combinazione di PC, middleware, software dedicati e terminali è un bel risparmio a tutto tondo.

Qual è la vostra ricetta per lo smart manufacturing? Quali le priorità e quale il percorso verso questo fondamentale obiettivo?

La nostra ricetta si chiama AEP, Application Enabled Printing, la piattaforma software sviluppata da SATO che rende le nostre stampanti, degli oggetti normalmente passivi, dei nodi di rete attivi. Mi spiego meglio e in gergo meno aziendale: le nostre stampanti, intelligenti, lo sono davvero. Normalmente una stampante non è in grado di inviare o ricevere dei dati da un server remoto in autonomia, non può interpretare autonomamente le informazioni acquisite da uno scanner portatile per stampare un’etichetta di spedizione, non sa connettersi direttamente con i sistemi ERP (ad esempio SAP) per recuperare da sola le informazioni che le servono per identificare un lotto da spedire, così come senza dubbio non è in grado di riprodurre una video-guida su come preparare un ottimo panino seguendo tutte le normative HACCP. Ecco, le nostre stampanti fanno tutto questo, e stampano anche!
Battute a parte, noi crediamo che lo smart manufacturing non possa prescindere da un’identificazione delle merci altrettanto smart e adattabile. Sappiamo tutti come il futuro sia la personalizzazione estrema del prodotto in base alle esigenze del cliente, basti vedere gli esempi eccellenti del settore automotive. Ecco, una stampante davvero intelligente è esattamente quella piccola, ma fondamentale, chiave di volta attorno a cui costruire un sistema di tracciabilità flessibile e futuribile.

Perché un visitatore del #GLMSummit23 dovrebbe assolutamente sedersi al vostro tavolo?
Una chiacchierata con noi può essere un’occasione per vedere i processi di tracciamento da un altro punto di vista. Normalmente l’identificazione, e conseguentemente la stampa, sono visti come un elemento accessorio. Una stampante vale l’altra, per dirla in maniera diretta. Tutte stampano.
Ecco, credo che chiunque si siederà al nostro tavolo cambierà idea. E lo dico senza immodestia, è una constatazione empirica basata su anni di incontri. Una volta capito quello che una stampante intelligente è in grado di fare, i problemi che è in grado di risolvere, è impossibile non rivalutare l’importanza dell’identificazione smart. Che essa sia poi tramite etichetta o tramite RFID poco importa, proprio perché la flessibilità è sempre garantita fintanto che la stampante è intelligente.