“Chiamatemi Ismaele”.
Una frase di apertura potente, per uno dei più celebri romanzi della letteratura mondiale, Moby Dick di Herman Melville, che ci porta a bordo di una baleniera del XIX secolo, membri di un equipaggio con una rotta ancora da tracciare, guidati dall’ossessione del capitano Achab alla ricerca del capodoglio che l’ha mutilato.
Il nostro tempo, come quello dell’industria dell’olio di balena, è attraversato da venti di cambiamento. Allora si inseguiva l’energia per illuminare le città, oggi si rincorre la capacità di imbrigliare la complessità fra supply chain interconnesse e pressioni competitive crescenti, che mettono in discussione gli stessi modelli di business. Promessa di nuove ricchezze da conquistare, ma anche nuovi rischi da governare.
Il libro di Melville diventa così l’affascinante metafora della trasformazione digitale che oggi gonfia le vele delle aziende, un viaggio simbolico ed esistenziale che questi tempi esponenziali pongono a chi guida l’innovazione.
La Pequod, la nave, è l’organizzazione. Le sue rotte sono i processi aziendali: mappe ramificate, ma influenzate da condizioni che cambiano rapidamente. L’oceano è il vasto ecosistema dei dati: indispensabili, ma a volte caotici, sfuggenti, utilizzati poco e male. In profondità si muove una creatura elusiva, potente, enigmatica: la balena bianca, l’Intelligenza Artificiale. Non è un mostro, né un salvatore. Ma una forza nuova, né buona né cattiva, che richiede visione, coraggio, cuore e intelligenza umana per essere compresa e governata.
Achab, il capitano, è l’archetipo letterario dei manager che intravedono nell’AI la promessa di una risposta assoluta innanzi a problemi complessi, un’ossessione quasi mitica che nasconde il rischio di una rincorsa cieca, che sfugge al significato perché priva di un vero obiettivo. Starbuck, il primo ufficiale, dà invece voce al dubbio operativo: tra fedeltà al comando e buon senso, tra entusiasmo e prudenza, incarna il confronto tra innovazione e sostenibilità operativa. Ismaele, infine, è il narratore che osserva, riflette, annoda i fili del racconto fra allegoria e simbolo. È lo sguardo critico e consapevole, l’unico dell’equipaggio che alla fine sopravvive, consegnando alla memoria il senso dell’intero viaggio. Un viaggio che richiede strategia, competenze, strumenti, etica e – soprattutto – una rotta chiara. Perché non basta inseguire la balena: bisogna sapere perché, come e con chi farlo.
09:00 - 09:30
19 Novembre 2025
A caccia dell’AI: la lezione di Moby Dick tra ossessioni digitali e oceani di dati
Le aziende navigano in acque incerte, inseguendo una forza nuova, potente e misteriosa. Ma l’intelligenza artificiale è una sfida che richiede visione, dati, competenze, organizzazione e una rotta consapevole.
Fabio Candussio
Amministratore Delegato e fondatore Novalia, Direttore scientifico area Supply Chain e Operations CUOA Business School, Docente Università La Sapienza Roma
Amministratore Delegato e socio fondatore di Novalia, società di consulenza che offre servizi innovativi per il miglioramento dei modelli organizzativi e gestionali lungo la catena del valore e i suoi riflessi digitali.
È l’attuale direttore scientifico dell’area Supply Chain e Operations presso CUOA Business School, di cui è Faculty Member dal 2008, anno in cui ha iniziato anche a insegnare Sistemi Informativi Aziendali agli studenti di Ingegneria Gestionale dell’Università di Udine.
Da febbraio 2025 è docente a contratto all’Università La Sapienza di Roma, dove guida il Laboratorio di Ingegneria Gestionale della Laurea Magistrale. La sua duplice esperienza – di docente e consulente – lo vede spesso coinvolto come chairman e relatore all’interno di convegni, seminari ed eventi dedicati alla trasformazione digitale delle supply chain e all’innovazione dei modelli di business e dei processi aziendali.
Assieme al Prof. Alberto De Toni e ad altri autori ha contribuito alla scrittura di libri come “Gestione della Produzione”, “Il Dilemma della Complessità” e “Guida del Sole 24 Ore al Knowledge Management”. Ha collaborato anche alla stesura dell’ultima edizione (2023) del libro “Supply Chain Management” dei prof. Pietro Romano e Pamela Danese. Ha scritto - assieme ai prof. Alberto De Toni e Roberto Panizzolo - “Sistemi di Gestione della Produzione nelle Reti d’Impresa” (2024).