Buongiorno Oscar Baratti, grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GLMSummit21. Cosa vi aspettate da questo evento, finalmente di nuovo in presenza?
Innanzitutto buongiorno a voi e grazie per questa possibilità.
Il GLM è un nuovo punto di ripartenza dopo un periodo veramente difficile, sia a livello professionale, sia di vita privata. Mi aspetto una maggiore curiosità da parte dei potenziali clienti e una maggiore voglia di un rapporto “face to face” degli addetti ai lavori.
Chiusure, limitazioni, lavoro da remoto e poi tamponi, certificazioni, regole. Cos’è cambiato nel rapporto con le aziende vostre clienti in questo difficile periodo?
Il Covid-19 ha cambiato il modo di interagire delle persone e di conseguenza anche i rapporti di lavoro. Per esempio, se prima si proponeva a un potenziale cliente una call su Teams per discutere di un nuovo progetto, si rischiava di essere percepiti come disinteressati o superficiali, in quanto il cliente preferiva una visita in loco per definire il progetto stesso.
Con il Covid tutto è cambiato, spesso sono gli stessi clienti che chiedono una call durante le prime fasi di un progetto, evitando almeno in prima battuta visite dirette.
Penso che questa evoluzione del metodo di lavoro rimarrà anche negli anni a venire.
Se poteste tornare a gennaio e febbraio 2020, quando le voci dalla Cina lasciavano intuire che questo virus avrebbe potuto rappresentare una minaccia globale, cosa fareste immediatamente e perché?
Partendo dal presupposto che nessuno in Europa aveva percepito il reale pericolo del Covid, me compreso, in tale situazione avrei limitato i voli intercontinentali con la Cina, anche se ai tempi sarebbe stata una scelta molto complicata e rischiosa, sia per motivi politici che economici. Tale scelta avrebbe dovuto essere condivisa a livello europeo, anche se mettere d’accordo tutti i paesi sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile.
Perché un visitatore del #GLMSummit21 dovrebbe assolutamente sedersi al vostro tavolo?
Quando un qualsiasi cliente compra un vestito può andare in negozio oppure dal sarto per avere un abito personalizzato e unico. Ecco, noi siamo quel sarto capace di progettare un impianto su misura per il cliente, in relazione alle specifiche esigenze. Sedersi al nostro tavolo vuol dire dialogare con professionisti del settore, in grado di studiare soluzioni chiavi in mano affidabili, flessibili e in ottica 4.0.
Chiudete gli occhi e immaginate che sia già il 2030: cosa vedete? Quali sono le innovazioni che vedete realizzate e funzionanti nel vostro ambito?
Penso che le innovazioni del mondo dell’automazione tra 10 anni saranno segnate dallo sviluppo su larga scala di cobot, in certi casi installati su navette. Queste tecnologie potranno integrare il lavoro degli uomini in diverse mansioni. Inoltre, lo sviluppo del software sarà sempre più implementato e interconnesso.
In quest’ottica LCS sta sviluppando progetti altamente specializzati.
Grazie per averci concesso questa intervista, ci vediamo a Pacengo di Lazise (VR).